I PITTORI DI PONTICELLI DELLA GENERAZIONE TRA LE DUE GUERRE

Tutto sommato, per i maestri di questo terzo momento storico della pittura di Ponticelli – dagl’anni Venti a quelli Ottanta del Novecento – è stato farsi carico delle reale opportunità formative suggerite dagli artisti della generazione precedente. Piuttosto si e trattato di seguire le orme di maestri anteriori e nonché seguire i normale percorsi di studio presso il prestigioso Istituto d’Arte di Napoli. Ed in primo luogo, sono stati formati d’artisti molto affermati. Questo è tanto più vero che si potrebbe definire la loro formazione come una sorte di “iniziazione alle arti applicate” a dimensione  nazionale..
Infatti, tutto questo iter formativo dei giovani espiranti pittori è stato come aver dato risposta positiva alle attese delle corrispettive famiglie che, sostanzialmente, miravano per i propri figli una prestigiosa professione da pittore, tanto simile a quella dei maestri cosiddetti pittori decoratori.
A proposito di tutto, per dovere d’analisi storica, occorre ricordare quelli che sono stati i “mitici maestri” pittori decoratori di Ponticelli, ai quali va il civile merito d’aver trasmesso ai loro correlativi “garzoni” un notevole retaggio di nozioni tecniche pittoriche: Pasquale Piccolo detto tammurriello, Umberto Manzo e tanti altri anonimi “masti”.
Evidentemente, per i giovani di questa speciale generazione, non si è trattato soltanto di formazione professionale, ma soprattutto, avendo seguito interamente il corso degli studi scolastici a partire da quello inferiore a quello di magistero professionale, avranno acquisito una salda cultura, che come formazione di stile, effettivamente il “Novecento Italiano.
A dire il vero tale indirizzo linguistici è consistito in un interesse per i motivi classici e forme arcaizzanti, riallacciandosi alla pittura di Paul Cézanne . Eppure in una direzione opposta, si è sviluppato un criterio di “realismo” , che tende a recuperare le forme neoquattrocentesche. rifiutando, per questo, ogni riferimento alle analisi formale cubista e futurista.
Sostanzialmente, per questa nuova generazione di pittori di Ponticelli, fin da un primo momento, l’afflato “ritorno all’ordine” è consistito in un recupero del vedutismo locale: ovverosia guardare con occhio diverso i modi e le forme, volte a trasmettere elementi civili e religiosi del proprio quartiere, così come sono stati partecipati dai precedenti maestri, Piscettaro, Tammaro e Franciosa .

Sostanzialmente, per questa nuova generazione di pittori di Ponticelli, fin da un primo momento, l’afflato “ritorno all’ordine” è consistito in un recupero del vedutismo locale: ovverosia guardare con occhio diverso i modi e le forme, volte a trasmettere elementi civili e religiosi del proprio quartiere, così come sono stati partecipati dai precedenti maestri, Piscettaro, Tammaro e Franciosa .

Posta in tal modo, la ricerca operata dai pittori della terza generazione Carmine Adamo, Cesare Napolitano) e Ciro Migliaccio un primo momento è tutt’altro che operare in uno specifico genere della pittura: il paesaggio locale. Ovvero il tema che fin dall’inizio si saranno dato è stato quello d’indagare non solo sulla realtà fisica del luogo fatto di speciali spazi e volumi architettonici, ma piuttosto documentare la memoria del luogo come hic et nunc del vissuto storico.

PITTORIPONTICELLI001

1, Carmine Adamo, Amalfi ( la Repubbliche Marinare ) 1952,
pannello decorativo del salone centrale della Stazione marittima di Napoli,
olio su tela, cm 200×500

PITTORIPONTICELLI002

2, Ciro Migliaccio, Paesaggio locale, olio su tela 1985

PITTORIPONTICELLI003

3, Cesare Napoletano , la processione del Carro,1995 olio su tela

Ancora una considerazione occorre riportare a riguarda la cosiddetta “scuola”pittorica di Ponticelli, distinguendo la pittura da quella più immediata da cavalletto a quella complessa pittura muraria. A tale scopo cade bene la riflessione storico-critica formulata, dal prof. Ulisse Prota Giurleo a riguardo il pittore Carmine Adamo: questo maestro, nato a Ponticelli nel 1910, viene dal popolo. Suo padre, Michelangelo fu operaio delle FF. SS. E non esitò a mandare suo figlio in un Istituto artistico, quando notò in lui una spiccata inclinazione per la pittura. Ebbe un grande maestro, il compianto Eugenio Viti, a cui il Direttore dell’Istituto, Leonello Balestrieri lo affidò. Iscrittosi poi alla Sezione della pittura decorativa, furono suoi insegnanti i Proff. Barillà e Chiancone. Conseguì nel 1910 il diploma di Maestro d’Arte e nel 1912 l’abilitazione all’insegnamento della Pittura Decorativa. Nello stesso anno, infine, fu nominato assistente alla Sezione Pittura decorativa, ove insegnò per molto tempo fino al trattamento di quiescenza. La produzione artistica del Prof. Adamo incomincia fin dal 1937 con mostre personali regionali e nazionali, oltre la sua collaborazione con altri artisti, come: dal 1937 al 1941, coi pittori Pietro Barillà ed Alberto Chiancone per affreschi ed encausti eseguiti alla Stazione Marittima di Napoli, Mostra E. 12 a Roma, Teatro Mediterraneo alla Mostra d’Oltremare, cartoni per le vetrate nella Casa del Mutilato di Napoli. Col Maestro Francesco Galante, nel 1951, nel Teatrino di Corte del R. Palazzo di Napoli, lavorò al quadro centrale della soffitta, e nel 1953, al pannello del ritrovo del Teatro Mercadante. Su bozzetto del pittore Vincenzo Colucci, eseguì a Ischia nel 1944 affreschi nella chiesa di S. Antonio e restauri nella chiesa dell’Addolorata. I dipinti murali nella chiesa parrocchiali di Ponticelli .

PITTORIPONTICELLI004

4, Carmine Adamo, allegoria del martirio di San Gennaro,
dipinto su muro, vele del transetto.

PITTORIPONTICELLI005

5, Carmine Adamo,: i misteri di Maria,
i dipinti murari nella cupola centrale della Basilica S. M. della Neve di Ponticelli

Infine, a conclusione di codeste articolate note biografiche, il prof. Ulisse osserva: …Si dice comunemente nemo propheta in patria, perciò abbiamo voluto presentare ai suoi stessi compaesani questo valorose, per quanto modesto artista, che certamente fa, e sempre più farà onore al paese che gli diede i natali.
Eppure, un’opportunità di reputazione è venuta a seguito della assegnazione cittadinanza onoraria della città San Marcellino, provincia di Caserta la prestigiosa decorazione pittorica da lui eseguita per la chiesa parrocchiale. Egli, dice una nota di critica d’arte, è sulla via regia di una tradizione millenaria ed ha affrescato con quel tocco di calda religiosità, che plasma misteri di fede e momenti della liturgia cristiana ( Gaetano Capasso )

Al tempo stesso, occorre tener conto l’ascendenza, di un pittore del calibro di Adamo, sulle ultime generazioni d’artisti di Ponticelli. Negl’anni cinquanta,infatti, un gruppo di studenti di Ponticelli, del resto saggiamente consigliati dal professore Carmine Adamo si sono proficuamente formati frequentando l’Istituto Statale d’Arte di Napoli. E non basta, c’è ancora da registrare che solo una parte di questi nuovi maestri d’arte, dopo il diploma, hanno completata la formazione professionale presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, fintanto che alcuni di essi si pregiano d’essere stati allievi del maestro Emilio Notte.Tra questi, Aniello Mantice, Antonio Bove, Salvatore Rea e Pasquale Coppola, dall’esperienza della lezione nottiana hanno tratto, oltre il fascino sperimentale della pittura, un interesse umano più vasto e soprattutto, facendo capo all’esperienza più immediata delle Avanguardie storiche.

Lascia un commento